Storia Chiesa

Inizia l’avventura (1957-1959)

C’era una volta… un giovane sacerdote, diremmo tutti in coro! Ma questa storia inizia molto prima! C’era una volta infatti un bambino dei Praccioni, piccola borgata a un tiro di schioppo dal paese di Pralormo nella pianura del torinese. Questo ragazzino rispondeva al nome di Giacomo Accossato: sarà lui infatti il protagonista assoluto della nostra storia cinquantennale. tralasciamo la sua primissima infanzia e lo vediamo come giovanissimo tirocinante seminarista nel lontano 1938 (aveva solamente 12 anni!). Un giorno d’estate di quell’anno si ritrova nella città di Asti per lui sconosciuta e vi rimane tranne brevissimi intervalli di licenza studio praticamente per tutto il periodo bellico fino al 1950 quando venne ordinato sacerdote il 23 settembre. Queste poche note biografiche servono da introduzione e inquadrano il personaggio protagonista della nostra comunità.
Ritroviamo il nostro don Giacomo dopo qualche anno ed un periodo iniziale di ministero ad Agliano e poi sul numero straordinario del giornale parrocchiale “La voce di san Pietro” del giugno-luglio 1955 come “parroco della erigenda nuova parrocchia di San Domenico Savio” la prima dedicata in Italia al santo giovanetto. Il primo numero del giornale parrocchiale, datato dicembre 1956, tratta diffusamente del nuovo complesso chiesa-canonica-oratorio; l’avvio ufficiale dei lavori fu fissato sabato 3 novembre 1956 creando così la nuova parrocchia che si staccava definitivamente dalla chiesa madre di San Pietro, diventata ormai “troppo vasta per i tempi…”
Meno di sei mesi dopo, domenica 28 aprile 1957, è il gran giorno della posa della prima pietra posizionata alla base del pilastro della navata di destra (chiaramente visibile a tutt’oggi) nell’anno del primo centenario della morte del santo protettore. Nel mese di giugno di quell’anno don Giacomo scriveva sul giornale: “Quando si darà inizio alla vita parrocchiale?”; era il suo principale pensiero: il pastore che freme per le sue pecorelle!
Intanto, per la cronaca, da luglio ad ottobre c’era già stato un primo coadiutore di don Giacomo, quasi un viceparroco; si trattava di don Pietro Molino; ci fu poi in rapida successione don Giovanni Adorno (settembre 1958) e quindi don Armando Poglio. nascono in quell’anno i piccoli collaboratori parrocchiali (tra i quali anche il sottoscritto…) e lunedì 4 novembre si registrano le prime cresime: sono i primi 42 ragazzi di una lunghissima serie! Tra l’autunno 1957 e la primavera 1958 vede la luce il primo catechismo che il solerte don Giacomo definisce come “questione di vita o di morte, di luce o di tenebre, salvezza o rovina”. Anche i rappresentanti della bontà incominciano la loro attività in questo periodo di vita della parrocchia. La nuova parrocchia di San Domenico Savio sotto la regia di don Giacomo infaticabile come lo sarà per tutta la sua vita successiva è comunque già una bella realtà di fedeli; dal giornale parrocchiale di novembre 1958 si contano infatti circa 1450 famiglie con quasi 4600 abitanti!
Sempre nel 1958 iniziano anche le “Settimane della Luce”, un catechismo per adulti che proseguirà per parecchi anni soprattutto nelle frazioni. All’inizio del 1959 e precisamente l’11 gennaio è la volta della “Festa della Sacra Famiglia”, che prenderà poi il nome della Festa degli anniversari di matrimonio (spostata poi a febbraio nel periodo della ricorrenza di San Valentino). L’ultimo giorno di maggio del 1959 avviene la consacrazione della parrocchia alla Madonna ed il 5 giugno arriva pure la statua della Madonna di Fatima ad Asti per la venerazione dei fedeli.

1960-1961

 Rifacendoci alle festività natalizie del 1959 verso il mese di dicembre si creano i “settori parrocchiali” che definiscono i confini e la suddivisione del territorio di San Domenico Savio e che serviranno più avanti a tutta la rete di distribuzione dei giornalini e di ogni altra informazione locale. Purtroppo, come in ogni nuova avventura, il lato finanziario rappresenta la parte più onerosa, ma il nostro don Giacomo è ottimista e non se la prende troppo… “La Provvidenza è infinita: non scoraggiamoci mai!”.

Verso la metà del mese di maggio 1960 si registra un grandioso pellegrinaggio che coinvolge numerose persone dapprima a Torino a Maria Ausiliatrice, poi alla basilica di Superga e quindi ai Becchi e a Mondonio.

Dopo l’estate il 19-20-21 settembre ci sono gli esercizi spirituali per donne, signorine, ragazzi e bambine con successiva gita premio. Domenica 13 novembre vengono affissi all’interno della chiesa i 14 quadretti della via Crucis, magistralmente scolpiti dalla ditta di Ortisei in val Gardena di Perathoner, offerti dalla madrina E. Maina.

All’inizio del 1961 viene lanciata la “Crociata della Bontà” che ha per motto “Far bene e farsi voler bene”. E’ questa una specie di galateo di vita cristiana che coinvolge molti bambini (i ragazzi infatti, maschi e femmine, vengono chiamati “Dame e Cavalieri della Bontà”): agenti adulti in giro per la parrocchia devono segnalare azioni di bontà dei ragazzi nel periodo che va dall’inizio dell’anno sino a Pasqua. Questo gioco di vita è attestato da speciali bollini applicati su apposite tessere in dotazione ai ragazzi coinvolti: a Pasqua i più meritevoli vengono premiati in una festa finale.

Il luglio 1961 vede  l’inizio del 1° torneo notturno di calcio San Domenico Savio, sotto la supervisione del nuovo viceparroco don Vincenzo Sacchetto, che ne sarà l’anima per oltre un quinquennio. Gli incontri sono seguitissimi da un folto pubblico ai bordi del nuovo campo sportivo e commentati anche dai giornali locali. Il torneo dal 1967 diventerà poi Torneo notturno della Way Assauto, coinvolgendo i vari reparti della grande ditta metalmeccanica astigiana.

1962

Lasciamo l’attività sportiva e andiamo a domenica 17 gennaio 1962: giornata importante perchè si celebrano gli anniversari di matrimonio per coloro uniti nel sacro vincolo da 10-25-50 e 60 anni. Due mesi dopo, domenica 18 marzo si installa sulla parete di fondo della cappella di S. Domenico Savio il dipinto di Ettore Raimondi del santo giovanetto nella gloria di Cristo, contornato da 12 angeli.

Subito dopo il periodo pasquale viene fondata la “Società Bocciofila” di san Domenico Savio, tuttora fiorente e frequentata da oltre 300 soci, dotata di servizio bar e ristoro annesso.

Il 15 luglio due giovani sacerdoti (futuri missionari) celebrano nella nostra chiesa la loro prima messa; si tratta di padre Vito Novo e di don Antonio Gariglio che spenderanno buona parte della loro esistenza ad aiutare in terra d’Africa le popolazioni locali. E all’inizio dell’autunno è la volta del nostro amatissimo vice don Vincenzo a lasciare con parecchio rimpianto San Domenico per nuovi lidi.

Nel giornalino di ottobre compare un articolo a caratteri cubitali: “Ci occorrono 100 milioni!” E’ don Giacomo che lancia questo segnale per estinguere i debiti e proseguire nelle finiture del nuovo complesso parrocchiale… Scrive infatti sul giornalino: “Qualcuno non si è mai provato a dare; non ha mai provato la gioia nel donare. Ditemi voi che siete così generosi: c’è più gioia nel dare o nel ricevere?”. Secondo il parroco esistono ben 18 possibilità diverse per dare una mano e li elenca uno a uno: estinguere i debiti (oltre 35 milioni), asilo parrocchiale da fare, riscaldamento della chiesa da mettere in opera, salone del sottochiesa, pavimentazione della chiesa, pavimentazione della sacrestia, nuovo altare maggiore, cappellina della madonna nella navata laterale, cappella di san Domenico Savio, nuovo battistero, rivestimenti interni e decorazioni varie, organo per accompagnare i canti, campanile da terminare (e questa è una dolente nota che purtroppo rimarrà tale fino ai giorni nostri…), quattro nuovi lampadari per la chiesa, quattro candelabri per i servizi funebri, cassaforte Fac in metallo, confessionale nuovo, paramenti per la chiesa.

Un programmino da niente, da far accapponare la pelle anche a chi è certo che la Provvidenza gli verrà in aiuto!

Si affaccia intanto sulla scena di San Domenico Savio il nuovo viceparroco nella figura di don Carlo Bordone (classe 1937) con il suo programma per i ragazzi: oratorio…

1963-1965

Coadiuvato da un infaticabile don Carlo Bordone che lo seguirà sempre nel suo impegno pastorale, scrive don Giacomo sul numero di gennaio 1963:

“L’oratorio è aperto a tutti i ragazzi che vogliono giocare e stare allegri in amicizia!”.

E’ un ritornello che ci pare aver già sentito da un grande di un secolo e mezzo fa, il padre della gioventù san Giovanni Bosco.

Prendono così il via numerose attività oratoriali come il gioco del calcio, l’atletica per i più giovani, i primi spettacoli televisivi (!) selezionati ad hoc per i ragazzi.

Per la comunità c’è pure la domenica 16 giugno la festa di Gesù sofferente nell’ammalato e altre iniziative estive per vivere questa stagione nella preghiera, quali i rosari in diverse località della parrocchia in vista della grande Missione parrocchiale dal 17 al 27 ottobre.

Intanto le abitazioni di nuova costruzione aumentano sempre più: case in ogni direzione…vi sono pure due condomini che portano il nome del nostro santo patrono e protettore!

La grande missione parrocchiale di ottobre coinvolge tutte le categorie e fasce d’età con incontri per i bambini, gli adolescenti, le signorine, le spose e mamme e gli uomini. Questi incontri sono fra il 21 e il 25 ottobre. Purtroppo la risposta dei fedeli non è come pensava don Giacomo e nel numero di dicembre si dice apertamente amareggiato da questo fatto…

Per cercare un qualche rimedio vengono attuate le “Conversazioni religiose” per settori d’età (sempre alla sera), quasi gli incontri del Vangelo che prenderanno il via diversi anni dopo, senza grandi risultati. Il 1964 si apre con l’invito alla festa patronale di San Domenico Savio e il lancio del pellegrinaggio a Roma dell’inizio di maggio. Emblematico è poi il tema degli incontri/conversazioni religiose nelle tre sere di maggio: “E se non ci fossero più preti nel mondo?“. Domanda scaturita anche nel Concilio Ecumenico Vaticano II in svolgimento.

In questo periodo c’è l’apertura della scuola elementare dietro la chiesa e a settembre iniziano le lezioni con 5 maestre e 126 alunni. Pure il catechismo ha un nuovo slancio con 9 insegnanti, tutte donne, eccetto un maschio, l’allora diciottenne Armando Corino, giovane molto attivo.

Scrive ancora don Giacomo sul numero di novembre 1965: “Abbiamo fiducia in voi, laici!” Riportando le parole dell’allora pontefice Paolo VI dice testualmente: “Esortiamo questi nostri figli, affinché si dimostrino presenti e partecipi a questo momento storico e corrispondano volenterosamente alla speranza e all’attesa che la Chiesa in essi ripone”. Come dire, concludendo questa di vita parrocchiale, che i problemi di vita sociale e religiosa sono rimasti in sostanza gli stessi di 45 anni fa.

1965-1967

 Come prima cosa nel 1965 c’è l’annullamento della festa degli anniversari di matrimonio ! Per quest’anno, infatti, le coppie di 25,20 e 60 anni di vita comune festeggiano separatamente. La grane novità è che la messa viene celebrata dal sacerdote in modo diverso da sempre: il celebrante non volta più le spalle all’assemblea, ma si rivolge direttamente alla gente; ma, cosa importante, la stessa messa è celebrata in lingua italiana secondo le disposizioni conciliari! Di conseguenza i fedeli sono più coinvolti nella celebrazione e quindi ne sono più partecipi (o almeno così dovrebbe essere…).

Il nuovo anno ci porta un nuovo viceparroco: infatti don Carlo Bordone è in partenza per altri lidi; dopo tre anni di impegno e di collaborazione scrive don Giacomo: “Ti ringrazio della tua bontà e del bene fatto soprattutto ai bambini ed ai giovani !”. Arriva così don Beppe Travasino, giovane vice (27 anni) e instancabile lavoratore; sarà con noi per ben 19 anni, fino al 1984!

A San Domenico Savio, però ci sono ora altre ed importanti urgenze; la nostra chiesa parrocchiale ha bisogno di un pavimento ed anche del riscaldamento centralizzato per dar calore ai locali dell’oratorio. Infatti dice don Giacomo: “Quello che resta da fare è ancora molto!”. E sotto questo punto di vista il nuovo vice si prodigherà moltissimo ! Altre novità di questo periodo: intanto apre la farmacia San Domenico Savio in corso Volta (e ce n’era bisogno):

Il 1966 porterà la novità della lettura domenicale alle 16,30 della Bibbia e dei salmi con i vespri festivi.
Stanno iniziando gli esercizi spirituali che per ora riguardano i nostri sacerdoti fuori dalla diocesi; per don Giacomo a S. Ignazio e per don Beppe a Camaldoli in Toscana… quasi un presagio per quello che sarà tra una quindicina di anni!

Purtroppo la voce “debiti” fa la sua parte: ancora il parroco scrive sul bollettino: “Abbiamo seminato tanto per molte attività, molti lavori e molte persone… la Provvidenza è grande e ci aiuterà!”.

Il 1967 è un anno di ricorrenze: innanzitutto i primi 10 anni di vita parrocchiale e gli 80 anni di Lorenzo Omedè, il padre di Rita e di Paola che in questi 50 anni sono state due delle colonne portanti di San Domenico Savio, soprattutto per la voce carità ed assistenza. C’è stata in estate qui da noi la prima messa di don Francesco Cartello neosacerdote impegnato attualmente a Mombercelli. Sempre in estate ci sono le gite tanto care a don Giacomo: una in val d’Aosta e Champoluc e un’altra di tre giorni in Svizzera e Germania. A settembre poi ad Asti c’è stata la ripresa del Palio e il nostro rione è abbinato a S. Pietro (per una volta siamo insieme…). Ed anche un partecipatissimo pellegrinaggio ai Becchi con per tre pullman e numerose automobili.

Insomma, la comunità pare avviata ad una vita intensissima!

1968-1969

Il periodo pasquale del 1968 si apre con il decalogo di don Giacomo, ovvero i 10 difetti da evitare nelle celebrazioni liturgiche:

1 )      – Arrivare in ritardo

2 )     – Non muoversi nei banchi con gli altri (alzarsi, sedersi, ecc.)

3 )     – Parlare in chiesa

4 )     – Uscire prima della frase “Andate in pace”

5 )     – Buttare cartacce varie sul pavimento

6 )     – Lasciare i fogli dei canti in disordine

7 )     – Cantare in maniera sguaiata

8 )     – Stare in silenzio quando si prega insieme

9 )     – Recitare il rosario!

10 )   – Fermarsi a sedere negli ultimi banchi quando davanti ve ne sono parecchi liberi!

Queste indicazioni comportamentali erano di 40 e più anni fa, ma sono validissime anche oggi.

Intanto la seconda domenica di ottobre (il 13) iniziavano gli esercizi spirituali a Pianezza predicati dall’allora rettore don Giovanni Pignata, rettore anche del santuario di S. Ignazio di Lanzo. A questi esercizi parteciparono ben 90 parrocchiani ! (altri tempi..) Ritornando alla parrocchia in autunno arriva l’illuminazione elettrica nella Cappella di Valgera e nello stesso 1968 il giornalisno di San Domenico Savio viene fatto stampare in ben 8 numeri!

Annotiamo a fine anno nuovi insediamenti industriali nella nostra zona come la IbMei, le Off. Meccaniche Astesi, le Fonderie Astigiane, la Sis e la ditta Martinengo di pelli grezze. Quarant’anni fa è compiuta pure l’opera autostradale sopraelevata della Torino-Piacenza con un viadotto lungo ben 1.125 metri fino a Valterza!

Ritornando in ambiente ecclesiastico diventano realtà i nuovi riti della riforma liturgica, in primis il battesimo con la nuova formula. Anche il rito del matrimonio si arricchisce di nuovi particolari liturgici. La nuova messa è più partecipata da tutti e viene definita da don Giacomo come il rito in cui “saremo tutti attori”.

1970-1971: UN SORRISO VALE PIU’ DI TUTTO!

Il 1970 porta un invito, quasi un imperativo: “Scambiatevi il segno della pace!”. Purtroppo però si stanno facendo strada gravi problemi legati alla gioventù come una generale insoddisfazione della vita che pota già in quegli anni ad una piaga ancora irrisolta: la droga!

E il 23 settembre 1970 è una data molto importante per don Giacomo: alla verde età di 44 anni celebra il suo 20° di ordinazione sacerdotale. Proprio in autunno nasce una sorta di referendum con un foglietto da compilare (e restituire in chiesa) nel quale si chiede: “Qual è il sacerdote ideale nel nostro tempo?”. Ma questa iniziativa che presupponeva un certo numero di risposte più o meno veritiere non ebbe seguito… con grande rammarico del nostro parroco; la cosa finì lì e non ci risulta che nella cassetta Fac in fondo alla chiesa siano state messe risposte di alcun genere!

Tralasciando questo fatto, peraltro non approfondito in seguito, al nostro don Giacomo rimasero parecchi dubbi che lo stesso cercò di riassumere durante un incontro di fede tenuto a Valgera il giorno 15 febbraio 1971: “In noi e nel nostro ambiente la fede è un fatto di abitudine, di tradizioni familiari, di buona educazione, un fatto passivamente accettato o un’adesione?”

In conclusione equivale a dire che è oltremodo difficile, se non quasi utopico attirare molte persone che abitualmente frequentano la parrocchia ad avvicinarsi ai sacramenti (la messa in prima luogo) se non in rarissime occasioni, come battesimi, prime comunioni, cresime, matrimoni, anniversari vari o esequie funebri!

Ma don Giacomo nel chiudere il 1971, certamente per lui un anno di tanti interrogativi, non perde la speranza di attirare a sé le sue pecorelle, con un deciso e fermo invito: “Quando mi incontrate, sorridetemi!”

1972/1975: C’è del nuovo in Parrocchia!

Il 1972 è l’anno in cui prendono il via i lavori nella zona Praia dove sta per nascere il quartiere PRAIA-ASTI EST con insediamenti abitativi per circa un migliaio di famiglie ……(3700 persone !). Trattasi di edilizia popolare che contribuirà a raddoppiare la popolazione della parrocchia superando le 7000 unità. Nasce pure il progetto, che diventerà realtà cinque anni più tardi, del pavimento della chiesa; tale opera sarà realizzata in vista del ventennio della comunità parrocchiale. Prima del periodo dell’Avvento c’è un mega ritiro spirituale a Pianezza Torinese (Villa Lascaris) con quasi 90 partecipanti, guidati da don Angelo Fasolio. (numeri d’altri tempi!)

La primavera del 1973 ci porta una bella novità: prendono l’avvio gli incontri del Vangelo al martedì sera; don Giacomo comincia così una consuetudine che porterà avanti sempre per tutti gli anni successivi. La parola di Dio della Domenica spiegata a tutti!

Un’altra novità (vedi il giornalino di febbraio 1974) è la visita di un  sacerdote di colore: tale Aimè Zano che ha trascorso le festività natalizie da noi e che scrive a don Giacomo ringraziandolo della accoglienza della comunità e della squisita ospitalità. Per non essere da meno, anche i nostri sacerdoti vanno all’estero. Infatti il nostro vice don Beppe Travasino è ospite in Sudamerica in  una comunità Argentina nella capitale Buenos Aires per un mese. Continuano intanto in questo periodo le raccolte di fondi e oggetti vari per la comunità della Costa D’Avorio dove vive ed opera un nostro amico e missionario Padre Secondo Cantino. San Domenico Savio e i nostri sacerdoti ha sempre avuto nel cuore i problemi dei fratelli africani, non solo allora ma anche oggi.

Durante l’estate 1974 ritorna al Padre il pittore Ettore Raimondi che ha dipinto il quadro di San Domenico Savio. La gioia della comunità arriva nel 1975 con il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale del nostro parroco che continuerà anche nei successivi 30 e più anni a spendere la sua esistenza per rendere la sua parrocchia sempre più “ innamorata di Gesù”.

Un’ultima curiosità di quel 1975: nel corso dell’anno viene celebrato il matrimonio di una delle prime ragazze battezzate nel 1957; per don Giacomo fu una grandissima gioia!

1976-1980: La nostra chiesa sarà più bella ed accogliente!

Già alla fine del 1975 c’erano stati dei sintomi: finalmente con l’inizio del 1976 prende il via un nuovo gruppo di collaboratrici parrocchiali; sono quelle della pulizia chiesa che si avvale inizialmente di sole sei persone che agiscono il venerdì pomeriggio alle 14,30. Don Giacomo ne sarà sempre molto fiero anche in futuro quando si amplierà con altri turni, coinvolgendo una ventina di persone!

Anche in primavera c’è la nascita del nuovo coro: è composto da diversi parrocchiani che vivono nelal zona di Valgera.

Su decisione del consiglio pastorale parrocchiale del 23 gennaio1 977 prende finalmente il via la posa del pavimento della chiesa. Questa finitura era ormai divenuta necessaria per il decoro e la luminosità del complesso parrocchiale e comporterà anche una nuova tinteggiatura interna. Questi interventi proseguiranno per quasi tutta l’estate, proprio in vista del ventennio della parrocchia. Collegata ai lavori inizia anche la sottoscrizione di 10.000 L. per metro quadro di pavimento. Dopo un mese risulteranno già offerti circa 300 mq su un totale di 2.000. Comunque dopo 20 anni di vita il complesso parrocchiale richiedeva già altri interventi… Servirà comunque oltre un anno e mezzo per poter completare tutte o quasi le opere previste e sabato 23 dicembre 1978 alle 17,30 con la chiesa quasi gremita di gente c’è l’attesa inaugurazione.

Il 1979 porta molte cose belle ed altre un po’ meno: una di queste è la scomparsa all’età di 92 anni di uno dei più fedeli parrocchiani di San Domenico Savio: Lorenzo Omedé che ha speso la sua vita al servizio di tutti per molti decenni. Rimangono dopo di lui , quasi come una continuità di opere, le sue figlie Rita e Paolo che percorrono instancabili la stessa strada paterna anche oggi.

L’anno successivo, il 1980, è quello del passaggio di testimone tra due vescovi; quello che ci lascia per ritornare al padre nella paterna e dolce figura di mons. Nicola Cavanna spentosi quasi improvvisamente il giorno delle Ceneri mercoledì 20 febbraio e il vescovo entrante, mons. Franco Sibilla, che guiderà la chiesa locale fino al 1989 quando, suo malgrado, dovrà abbandonare il suo incarico per motivi di salute.

1981-1982   Favolosi anni 80!   I have a  dream  (I)

In questo inizio degli anni 80 c’è un fiorire di iniziative volute dal nostro parroco che lasceranno un’impronta nella vita della nostra parrocchia per gli anni futuri.

A)     Gli esercizi spirituali a S.Ignazio in Val di Lanzo. Quasi trent’anni or sono, esattamente il 19-20-21 Agosto 1981 iniziavano per un gruppetto di parrocchiani, esattamente 18 persone nell’accogliente santuario di S.Ignazio in Val di Lanzo.

Tre giorni di meditazioni condotti da un maestro di fede, il compianto don Giovanni Pignata (allora 65enne e spentosi nel 2002 a 86 anni) sul tema della maturità cristiana, ovvero il saper amare e aiutare i nostri fratelli.

Gli “esercizi” da allora avranno una cadenza annuale che continuerà sino al 2008 quando il nostro parroco era già in cielo…….

L’unica volta che si cambiò la sede fu nel 1991, anno in cui si celebrarono due fatti importanti; la beatificazione dell’Allamano (il santuario fu impegnato tutta l’estate dai Missionari della Consolata guidati da don Peradotto) e dai festeggiamenti per il quinto centenario della nascita di Ignazio di Loyola fondatore della Compagnia dei Gesuiti. In quell’anno la pattuglia di San Domenico Savio si trasferì “una tantum” a Forno di Coazze presso la Comunità di don Viotti (e comunque il nostro predicatore si trasferì pure lui…..)

B)      Tre mesi dopo, nel periodo natalizio, coadiuvato dall’attivissimo don Beppe Travasino , lancia un’iniziativa di grande coinvolgimento parrocchiale a tutti
i livelli. Nascono 20 gruppi che agendo a 360° in ogni settore di attività parrocchiale contribuiranno a formare una comunità viva e accogliente.

E allora si cercano animatori che agiscono con giovani, fidanzati, famiglie, ministri dell’eucarestia, ministranti (allora solo piccoli), lettori della parola, coro, Caritas, capi settore, rappresentanti della bontà, sport, servizio in chiesa e tanti altri ancora: un grande impegno!

Nel giugno dell’anno successivo, essendo il 1982 il 25° anniversario della parrocchia, vengono create cinque commissioni che fanno capo ai 20 gruppi che serviranno per preparare al meglio le relative celebrazioni, culminanti venerdì 4 settembre con la grande celebrazione eucaristica delle 18,30.

Le commissioni  sono: CATECHESI – LITURGIA – CARITAS – FAMIGLIA – TEMPO LIBERO.

Un’ultima notizia di fine anno 1982: il 30 dicembre si spegne il cav. Luigi Bruno a 81 anni che per oltre un ventennio svolse la sua attività con don Giacomo: quasi il suo braccio destro! Scrive di lui il parroco: “non conosceva la teologia, non era un oratore, ma ha fatto della sua vita un servizio. Viveva e diffondeva la fede con le sue azioni generose e sincere; una delle più belle figure di laico della nostra comunità! “

Ma la primavera del 1980 rappresenta per le chiese  piemontesi l’avvio di una nuova forma di evangelizzazione e di catechesi, come tratta  un documento redatto dai vescovi subalpini. Tutto questo per San Domenico Savio  significa una cosa: scuola di fede!

1983-1984 I favolosi anni ’80  “I have a dream”(II)

 Col 1983 si intensifica il rapporto tra la scuola di fede (già avviata nell’estate del 1982) ed i fedeli di S. Domenico Savio. Gli incontri sono il martedì sera
alle 21 nel periodo estivo ed autunnale alla Villa Ampolla (oggi Tabor) di Valgera.  Una nota di allora: chi ricorda  ancora l’anziana Norma che ci accoglieva nei primi   tempi su alla villetta superiore, mentre il nostro parroco ci divideva in due gruppi (giovani e non giovani) per l’incontro serale?  Tempi ormai passati dei quali non c’e’quasi più memoria.

Intanto proseguiva con scambi di giovani ed adulti il gemellaggio con Biberach fortemente voluto dai nostri due sacerdoti.

L’anno 1984 vede la visita pastorale del compianto vescovo mons. Franco  Sibilla nel mese di Marzo che sarà con noi per circa due settimane nel suo giro delle parrocchie cittadine e della diocesi.

Ma il fatto principale per noi di S. Domenico Savio è l’inizio di una forma di evangelizzazione che tuttora continua: le Missioni nelle famiglie!  E sarà  anche un anno di grazia, perche’, caso unico nella storia della nostra parrocchia, le missioni “ad gentes” nell’anno 1984 saranno ben tre!

1)   MISSIONE  INVERNALE  (e  rimarrà l’unica di questo periodo…). Iniziò il giorno di S. Valentino (14 febbraio) e proseguì per i successivi due  martedì: il 21 ed il 28 febbraio.  Tema conduttore degli incontri : “ Come è dolce, come è gioioso trovarsi insieme da fratelli, uniti nella stessa fede in Cristo e dal suo amore”. Saranno ben 40 i luoghi della missione con ben 50
missionari! Nostro maestro spirituale e preparatore degli incontri fu don Guglielmo Visconti che ci seguirà  in seguito per numerose altre serate con i suoi preziosi insegnamenti. Questa prima missione avrà una numerosa partecipazione di parrocchiani in quanto alle tre serate interverranno oltre 800 persone!

2)   MISSIONE MAGGIO detta anche “Tre sere con rosario”.  I tre incontri furono martedì 15, giovedì17 e venerdì 18. I centri di incontro in questa occasione furono 28 con 36 missionari e con una partecipazione piuttosto elevata di fedeli. Il filo conduttore delle tre serate fu incentrato sulla bellezza della  contemplazione cristiana dei misteri della fede.

3)   MISSIONE AVVENTO. Si svilupperà in due fasi ben distinte (sempre comunque sotto la guida preziosa di don Visconti). Prima fase: gli incontri preparatori,il 16,il 23 ed il 30 novembre; seconda fase: nelle famiglie i venerdì  successivi: 7-14 -21 dicembre in Avvento. La terza missione si svolse in 30 posti con 38 missionari. In conclusione l’anno 1984 rappresentò per S. Domenico Savio un vero e proprio anno di grazia, in quanto queste iniziative coinvolsero in tre diversi momenti circa oltre 1500 persone che in tal modo accettarono in modo gioioso di mettersi in gioco sulla loro fede e di confrontarsi apertamente con un nuovo stile di vita più legata alla vera vita che il Risorto ci ha promesso.

1985-1986-1987 La vocazione…..i nostri primi trent’anni

Il nostro parroco don Giacomo, sul secondo numero del bollettino del 1985, inserisce un titolo che a lui stava molto a cuore: UN DONO DEL SIGNORE. Cio’
implica soprattutto il significato della sua vocazione e quella di molti altri che hanno scelto questa via in cui si sono realizzati pienamente: perché’ diventare sacerdoti? E’ una vocazione, e’ una risposta a una chiamata alla quale non si può’ dire di no se è accettata e vissuta nella sua pienezza. La vocazione è una chiamata che coinvolge tutta la persona anima e corpo. Noi pensiamo che realmente il nostro parroco abbia vissuto questo impegno di vita sacerdotale nella sua interezza, senza mai tirarsi indietro e senza mai anteporre i suoi desideri a quelli della sua amata comunità’. Intanto il 15 giugno 1985 furono ordinati sacerdoti don Sergio Aumenta e don Italo Francalanci. Il primo sarà’ viceparroco a S.Domenico Savio per tre anni dall’estate 1985 all’autunno 1988. Nell’agosto 1986 molti parrocchiani si recarono in pellegrinaggio in Terra Santa.

Nello stesso anno in vista del trentennio di fondazione della parrocchia vennero messi in cantiere diversi lavori: le rifiniture in pietra dei pilastri esterni,
un nuovo intonaco della facciata, il risanamento del porticato e l’installazione della centrale termica. Queste opere rese necessarie dal passare del tempo, ebbero un costo alquanto elevato quantificabile in quasi cento milioni di lire!!! I parrocchiani furono invitati tramite sottoscrizione a concorrere alla spesa e
le adesioni furono numerosissime, i lavori terminarono entro l’otto di settembre ricorrenza del trentennio.

Nel 1987 si moltiplicarono le iniziative per i festeggiamenti dei trent’anni di parrocchia. Il 28 aprile, giorno della posa della prima pietra, venne indetta una giornata di preghiera dalle sette del mattino fino alle diciotto, alla quale parteciparono i rappresentanti di tutti i gruppi parrocchiali.

Nel numero estivo del bollettino venne inserito l’elenco delle attività:

1) 25-26-27 agosto esercizi spirituali a S.Ignazio

2) domenica 30 agosto accoglienza della comunità’ di Pralormo paese di origine di don Giacomo

3) domenica 6 settembre celebrazione Eucaristica per gli ammalati

4) lunedì’ 7 settembre veglia notturna di preghiera fino alle 24

5) martedi’ 8 settembre Messa solenne

6) venerdì’ 11 settembre pellegrinaggio notturno a Maria Ausiliatrice di Torino.

1988-1989-1990 I GRANDI CAMBIAMENTI EPOCALI

Nasce nel 1988 l’idea della casa di spiritualità in località Valgera 100. Secondo il testamento di donazione redatto da Carlo Denicola in data 15 ottobre 1975 e in base alla volontà della defunta moglie Sonna Luigia Teresa, i due fabbricati abitativi furono donati alla nostra parrocchia. E’ il momento di partenza del futuro “Tabor”che subirà parecchie modifiche nel corso degli anni fino ad assumere l’attuale aspetto.

Sabato 24 settembre 1988 alle ore 17,30 ci fu l’ordinazione sacerdotale del diacono Mario Banaudi che divenne poi il nostro viceparroco.

Ad ottobre dello stesso anno si insedia il nuovo consiglio pastorale parrocchiale; la novità è che si riunisce il primo venerdì di ogni mese.

L’anno successivo (1989) ci fu l’insediamento del nuovo Vescovo sua Ecc. Severino Poletto, il 12 giugno l’ingresso ufficiale. Lascerà un’impronta significativa nelle iniziative diocesani e parrocchiali. Fu il successore di Mons. Franco Sibilla costretto a lasciare l’incarico per motivi di salute.

Il nostro parroco don Giacomo, in autunno nonostante la sua attività incessante a causa di un incidente in giardino (frattura di un piede) dovette rallentare il ritmo, ma con il suo solito carattere positivo disse: “continuerò il mio servizio camminando con i piedi degli altri!”… pastore inarrestabile!

Arriva così il 1989 con il suo vento di novità e di avvenimenti che coinvolgono tutte le classi sociali: la caduta del muro di Berlino a novembre apparve come una cosa lontana da noi, gli ideali del comunismo vengono meno, cambiano i regimi. Tutto ciò interessa anche la nostra comunità in quanto iniziano i primi arrivi di persone provenienti dai paesi dell’Est, che modificherà gli equilibri del tessuto di vita sociale e comunitaria a causa delle logiche difficoltà di inserimento.

Il 1990 fu una pietra miliare per don Giacomo; il 31 agosto festeggiò il quarantennio di ordinazione sacerdotale con i suoi sette compagni di Seminario, tra cui il Cardinale Sodano, la comunità di Pralormo e tantissimi parrocchiani.

1991 – 1992  VERSO LE MISSIONI DIOCESANE

Il 1991 si apre con l’ufficialità della nomina di Mons.Angelo Sodano (compagno di corso di don Giacomo)al titolo di Cardinale e in breve tempo all’elezione di Segretario di Stato Vaticano, in pratica il braccio destro del Pontefice Giovanni Paolo II°. Scrive don Giacomo: “Ora dovremmo chiamarlo Sua Eminenza…ma
per noi, suoi compagni per 12 anni(dal 1938 al 1950)non sarà possibile, in quanto quasi fratelli, lo chiameremo sempre don Angelo!”

Per la nostra comunità questo anno comporta pure una piccola variazione:lo spostamento degli esercizi spirituali da Sant’Ignazio a Forno di Coazze; il motivo sono le celebrazioni Ignaziane per il cinquecentesimo anniversario della nascita del santo che occupano tutto il Santuario. Il nostro predicatore abituale, don Giovanni Pignata, ha accettato di seguirci per mantenere la tradizione e la continuità.

Il giorno 11 settembre, viene installato sulla facciata della casa dietro il quadro del pittore Prasso raffigurante il Patrono del nostro rione: San Lazzaro. Sarà di buon auspicio per la comunità, infatti quattro giorni dopo ci sarà la seconda vittoria del Palio di Asti.

Nel frattempo inizia per tutta la diocesi la prima fase delle Missioni indette dal Vescovo Poletto, che continueranno con cadenza biennale fino al 1997, anno in cui prenderà il via il Sinodo Diocesano. I primi ad essere coinvolti furono i giovani (1991-1992) definiti da don Giacomo: speranza della chiesa e del mondo – vivaio di vocazioni future – famiglie di domani – ricercatori di verità – risorse nuove e frangia bisognosa di attenzioni in
quanto esposte a mille provocazioni nel bene e nel male di questo mondo. I giovani compresi tra i 12 e i 24 anni in parrocchia sono in quel periodo 1500, un esercito.

L’inizio del 1992 ci da una triste notizia: il 24 febbraio ritorna al Padre uno dei sacerdoti che tanti ricordano con affetto, Don Teresio Rampone parroco di San Pietro, che Don Giacomo amava come un padre; figura all’apparenza burbera, di poche parole, ma profondamente umano. Si deve a lui l’introduzione del movimento FAC sino dal 1955 nella sua parrocchia,movimento che anche don Giacomo adottò nella nostra parrocchia. Le grandi figure ci lasciano, ma il loro esempio rimane nelle nostre menti per sempre.

Essendo la ricorrenza del 35° anniversario dell’inizio della nostra comunità, ci siamo recati in pellegrinaggio notturno al Colle don Bosco l’8 settembre con una nutrita partecipazione di parrocchiani di tutte le età.

IL  1993 inizia con la visita pastorale del Vescovo Poletto nella zona Asti Est, verso la metà di febbraio. Questo è un anno particolarmente ricco di avvenimenti a partire dalla missione diocesana sposi, che inizia nel giorno delle Ceneri il 24 febbraio. Tema principale è la vocazione al Sacramento cristiano quale unione e vincolo indissolubile. Scrive don Giacomo sul giornalino parrocchiale: “In che cosa consiste l’amore genuino? La parola di Dio ci annuncia che l’amore autentico è dono di se. E’ uscire da se stessi per andare verso l’altro. E’, in un certo senso, dimenticare se stessi peri il bene dell’altro.

La fine dell’estate ci porta pure un grande dono: la visita ad Asti di Giovanni Paolo II, nei giorni 25-26 settembre. Sono questi momenti indimenticabili
dovuti all’incontro con il Papa. All’incontro delle famiglie con il Santo Padre partecipa pure una famiglia della nostra comunità , la famiglia Manzocco, che viene ricevuta personalmente dal Giovanni Paolo II in rappresentanza di tutte le famiglie della diocesi. Il mattino seguente la grande celebrazione Eucaristica in Piazza del Palio durante la quale ci sarà la beatificazione di San Giuseppe Marello. Come dimenticare nel pomeriggio il festoso incontro con i giovani al Palazzetto dello Sport, un momento veramente significativo per i giovani che lo hanno incontrato da vicino. Neppure due mesi dopo, all’inizio di Novembre, il 1993 culmina con la visita della nostra diocesi dal Papa come ringraziamento per la sua venuta nella nostra città.

L’anno successivo comincia una nuova iniziativa voluta dal nostro parroco: gli incontri di evangelizzazione che gli amici di Milano della parrocchia
S.Eustorgio ci hanno presentato nei mesi di febbraio-marzo, inizieranno nel mese di aprile con gli incontri di cellula in quattro diversi punti della parrocchia.

A maggio si chiude la missione sposi in Cattedrale.

Purtroppo l’autunno ci porta una pagina non felice per la città:il 6 novembre dopo alcuni giorni di pioggia torrenziale c’è lo straripamento del Tanaro, che porterà con sé distruzione e vittime. La nostra comunità non fu direttamente coinvolta, ma molti parrocchiani si diedero da fare per aiutare i meno fortunati.

(mancano gli anni dal 1995 al 2000: provvederemo quanto prima)

IL GRANDE GIUBILEO DEL 2000 E DINTORNI

Siamo così giunti all’anno di grazia: il 2000.

Scrive il parroco sul bollettino: “Questo è l’anno santo,l’anno della remissione deipeccati e delle pene per i peccatori! “ E’ soprattutto l’anno in qui la Grazia
del Signore inonda la terra come pioggia benefica.

In questa grande ricorrenza don Giacomo ringrazia tutti i gruppi (ben 27) che in modi diversi partecipano attivamente alla vita della comunità.

E’ l’anno in cui vengono terminati i lavori di rinnovamento del presbiterio riguardanti l’altare, l’ambone e la grande croce intagliata nel muro
dell’abside.

E’ l’anno in cui anche don Giacomo festeggia il suo Giubileo sacerdotale, sono infatti 50 anni di consacrazione.

E’ l’anno di cambio al vertice della Diocesi di Asti: in primavera giunge tra noi il nuovo Vescovo Padre Francesco Ravinale che subentra a Mons.Poletto nominato
Arcivescovo della Diocesi di Torino.

E’ l’anno nel quale in estate vengono organizzati due Pellegrinaggi: il primo a Sotto Il Monte patria del Papa Buono Giovanni XXIII, con una partecipazione
molto numerosa; il secondo dal 22 al 25 agosto a Roma in occasione del Giubileo, con la visita delle Basiliche e l’incontro con il Papa Giovanni Paolo
II durante la grande celebrazione Eucaristica in Piazza San Pietro.

Dobbiamo anche ricordare il decesso della collaboratrice di don Giacomo Giuseppina Cherio mancata il 9 marzo e ricordata dalla rivista “Familiari del Clero” con
un articolo dal titolo”una vita donata” e fu realmente così.

L’anno successivo 2001 due altri pellegrinaggi hanno coinvolto la nostra comunità: quello di Assisi-Cascia-Norcia in maggio e ad agosto a Fatima in Portogallo.

Nel mese di settembre fa il suo ingresso in parrocchia don Dino Barberis come vice in sostituzione di don Carlo Pertusati nominato parroco di Villafranca.

Il 2002 tra viaggi, ritiri, ricorrenza varie, rappresenta il 45° anniversario di nascita della nostra comunità.